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El
Alamein
La
battaglia di El Alamein
è stata combattuta
nel 1942, in Egitto
a 100 km da Alessandria,
tra l'esercito britannico
e le truppe dell'asse
italo-tedesco. Dapprima
in condizioni inferiori,
l'esercito inglese
perse Tobruk e poi
venne respinto dall'
AfrikaKorps del generale
Rommel, che intervenne
in aiuto degli alleati
italiani. Nel luglio
dello stesso anno,
gli inglesi tentarono
di fermare l'avanzata
dell'asse ad El Alamein
ma anche qui i risultati
furono pessimi, a
causa della superiorità
dei carri tedeschi,
i famigerati Panzer.
La situazione cambiò
presto però, grazie
al fatto che gli inglesi
erano ormai in grado
di decodificare i
segnali navali italiani
e i codici militari
tedeschi, meglio conosciuti
come "Codice Enigma".
Con il controllo di
Malta, gli inglesi
poterono affondare
le navi italiane dirette
in Nord Africa con
i rifornimenti per
i soldati e avere
via libera per approvvigionare
l' VIII Armata a capo
della quale, a fine
agosto, fu destinato
Bernard Montgomery.
Riforniti uomini e
mezzi, con artiglieria,
aerei e munizioni,
la VIII Armata, potè
pianificare l'offensiva
finale all'asse italo-tedesca,
grazie anche all'aiuto
dell'areonautica.
L'asse aveva dalla
sua, solo una buona
difesa formata da
campi minati, che
non potè nulla contro
gli attacchi aerei
degli alleati. Il
23 ottobre iniziò
una delle più cruente
battaglie della seconda
guerra mondiale, nella
quale l'asse subì
enormi perdite: più
di 2300 morti e 28.000
prigionieri di guerra.
Tutto ciò portò alla
ritirata, il 4 novembre,
fino in Tunisia dell'asse
italo-tedesca, a 2.400
km di distanza. El
Alamein fu la prima
vittoria degli inglesi
sull' esercito tedesco
che portò poi all'annientamento
dell'esercito tedesco
nel 1943.
Ciò
che più colpisce di
questa storia è che
solo oggi, in Italia,
si tenda a ricordare
il coraggio e l'abnegazione
dei nostri soldati:
paracadutisti (composti
solo da volontari
della Divisione Folgore
appena creata e da
destinare a Malta),
artiglieri, bersaglieri,
fanti ecc. che, scarsamente
equipaggiati, non
mollarono fino alla
fine, sottostando
agli ordini giusti
o sbagliati non sta
a noi giudicarli,
di chi in quel momento
era loro alleato.
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